Quando il grande protochef si recò dal vecchio addomesticatore di piante aveva in mente una richiesta ben precisa. Erano i tempi in cui si scriveva il grande libro di ricette dell’umanità e gli uomini facevano richieste sempre più bizzarre alla natura, una pannochia più grande, un tubero più dolce, un frutto profumato. Il grande addomesticatore frugava un po’ nei boschi e nelle praterie e trovava quasi sempre qualcosa di adatto per la dispensa del protochef, per quanto le sue richieste stessero diventando di giorno in giorno più difficili da soddisfare.
“Ho un problema grande addomesticatore, gli uomini sai come sono, quando sono in più di due si litigano, non sanno fare le porzioni. Ecco vorrei un frutto che sia già composto da tante piccole parti. Buono e porzionabile”.
Proprio così disse “porzionabile”, mai richiesta era stata più strana.
Ma niente era impossibile e così dopo qualche tempo il protochef ricevette un frutto nuovo, verde, brillante e lungo come un piccolo astuccio e con la suo interno tante sferette in fila, tutte uguali e perfette.
“Fantastico, ne darò dieci a testa e tutti saranno contenti, come si chiama Grande addomesticatore?”
“L’ho chiamato pisello”
“E perché?”
“E perché no? Tu chiamalo pisello e provalo nei tuoi piatti”
Gli uomini furono molto felici ma la prova non fu soddisfacente per il protochef, che tornò con ancora nuove richieste.
“I piselli erano buoni, anzi buonissimi, ma non è andata come mi aspettavo. Qualcuno mi ha detto che non mangia roba così verde, uno ci ha fatto un circuito per le biglie e un altro li ha lanciati a tutti con la cerbottana. I più piccoli se li sono infilati nel naso e qualcuno li ha mangiati. Ma non era questo che volevo.” spiegò.
“Prova a dirmi che cosa vuoi e vediamo cosa si può fare”.
“Vorrei un frutto dolce, succoso e fresco, che sia di tanti colori diversi.
Lo vorrei fatto di tante parti per mangiarlo con gli amici
ma vorrei anche poterlo spremere per farne qualcosa che rende felici.”
Sembrava troppo anche per il vecchio che invece si aprì in un grande sorriso e disse “Aspettavo questo momento, ho quello che fa per te, il mio progetto definitivo” e da un ramo staccò un frutto strano, fatto di tante piccole bacche riunite in un grappolo.
“Bellissimo, come si chiama?”
“Si chiama uva”
“E perché?”
“E perché no?”